Sunday, August 28, 2005

Match Race San Benedetto del Tronto

Torno dalle vacanze (rigorosamente terricole, che se vado in barca a vela pure ad agosto mi spuntano le branchie), il tempo di fare la lavatrice e riprendermi dal jet lag e mi ritrovo su un treno diretto a San Benedetto del Tronto.Venerdi’ mattina proviamo le barche. Tom 28, nessuno di noi le conosce. Io studio la mia prua. Essenziale direi. Talmente essenziale che non c’e’ nemmeno il caricabasso. Bene, una cosa in meno da incasinare. Pero’ se monta tanto vento sono nei guai. Bho’ ci penseremo…Armiamo e usciamo. C’e’ un venticello piacevole e il sole e’ caldo. Volano via le magliette e rimaniamo in costume. Proviamo un po’ di virate e andiamo a provare con l’altro tom 28 che e’ in acqua. A bordo ci sono i piu’ forti, i giapponesi. Se uno si chiama Takumi Nakamura, e’ 39mo in ranking e si fa quei 9.855 km di sola andata per fare un match race, beh questo significa che non ha intenzione di perdere.Proviamo la bolina e qualche virata. Poggiamo e su di tangone. Dove caspita hanno messo l’anello del tangone? All’altezza delle crocette? Meno male che sono alta va’…mi metto in punta di piedi e sentendomi piu’ Carla Fracci che Ellen MacArthur armo il tangone. Sento Lorenza che chiama “pronte alla stramba?”, si come no prontissima.Mi metto in I posizione con il braccio destro nella posizione preparatoria, il sinistro poggiato sulla sbarra e la testa girata a destra. Tempo musicale 4/4, 4 battute.Sul poggiare, apro leggermente il braccio di lato ed eseguo il port de bras de preparation in 2/4. 1a battuta: eseguo 2 demi-plies in 2/4 ciascuno con il braccio in II posizione. 2a battuta: 1 grand plie’. 3a battuta e 4a battuta: eseguo il III port de bras sulle mezze punte e via di releve’!Ecco fatto, strambato!L’organizzatore Nicholas, che noi preferiamo chiamare Jhonatas, ci viene incontro in gommone per avvisarci che abbiamo ancora poco tempo e poi la barca passera’ a un altro equipaggio. Ok ora la faccenda si fa seria, abbiamo poco tempo: sara’ meglio fare il bagno al largo! Valentina e Donatella si buttano in acqua e si lasciano trainare dalla barca. E qui ho imparato una importante lezione di vita e di mare: se si fa la traina e’ consigliabile indossare un costume ascellare come quello di mia nonna, piuttosto che un bikini brasiliano come quello di Doni…Cediamo la barca all’equipaggio tedesco e passiamo il resto del pomeriggio in spiaggia.Sabato mattina briefing. Gli 8 equipaggi verranno divisi in 2 gruppi da 4, ogni gruppo fara’ un round robin e poi i primi 2 classificati di ogni girone si scontreranno a vicenda in un altro round robin.Nel primo volo siamo contro dei ragazzi del posto. Ci becchiamo una penalita’ nel prepartenza. Ci vengono addosso ma i giudici non si accorgono, quindi le penalita’ non si annullano a vicenda. Manovriamo bene e facciamo correre la barca. Facciamo il 360 e tagliamo l’arrivo davanti.Nakamura non e’ cattivissimo in partenza. Si muovono veramente bene. Le loro manovre sono composte, ordinate ed efficaci. Lorenza riesce a dargli una penalita’ (gli ha fatto infrangere la stessa regola che avevamo infranto noi nel volo precedente). Purtroppo fanno piu’ velocita’ di noi e riescono a fare il 360 e a starci davanti. Tagliano l’arrivo a mezza lunghezza davanti a noi. Pero’ ci siamo comportate bene e siamo soddisfatte.Avanti il prossimo, siamo cariche, siamo cariche! Onofri. Il prepartenza e’ spettacolare. Arriviamo in anticipo di 7 secondi sulla linea di partenza, Lorenza gira attorno alla barca giuria e per partire si infila tra la barca e Onofri. Stringo le chiappe…un po’ per passare li’ in mezzo, un po’ perche’ temo di farmela addosso…Nell’ultima poppa siamo davanti e vediamo che i nostri avversari hanno problemi con lo spi: subito dopo la issata lo ammainano e procedono a vele bianche. Pensiamo a qualche rottura. Finiamo la regata e saltiamo sul gommone per farci portare a terra con il nostro bel 2-1. Dal gommone vediamo che la barca di Onofri e’ piena di sangue. Il tailer si e’ preso una tangonata in piena faccia. Probabilmente continuava a cazzare il braccio e il prodiere si e’ innervosito. Johnatas chiede al ragazzo se vuole continuare i voli o se vuole andare a terra. Hei Johnatas, ma non vedi che ha la faccia spaccata? Chiama l’ambulanza va’, che e’ meglio.Ho deciso che mi faccio la polizza infortuni, cosi’ per scaramanzia…Del nostro girone passiamo noi e Nakamura, dell’altro girone passano La Cerra e Fratz.Domenica incontriamo il tedesco. Finiamo in un buco di vento e ci danno un lago.Contro il giapponese perdiamo senza alcuna scusante: vanno piu’ veloci loro.Contro La Cerra il disastro. In prepartenza li centriamo a meta’ barca e ci prendiamo una penalita’. Subito dopo ci centrano loro e i giudici non vedono, quindi non vengono penalizzati. Ancora! Come ieri! Nervi tesissimi. Corde di violino. Come se non bastasse arriviamo in boa e nell’issata lo spi tocca la boa. Dobbiamo fare subito il 360. Giu’ lo spi. La penna deve essere sotto il boma prima di iniziare il 360. Lorenza aspetta che lo spi scenda e fa il 360. Isso lo spi a tutta velocita’ e sento dal pozzetto le ragazze che mi dicono di lasciare perdere che andiamo a casa. Come andiamo a casa? Cosa e’ successo? Si avvicina il gommone degli umpires e ci dice che la penna non era sotto il boma. Inizia uno scambio di idee sulla miopia e altre amenita’. A bocce ferme La Cerra ammettera’ di averci toccato nel prepartenza. I giudici si scusano per la svista.Restiamo in acqua a vedere gli altri voli. I giapponesi sono davvero imprendibili. I tedeschi arrivano secondi con un recupero incredibile su La Cerra. Perdono la drizza spi, cercano di recuperarla mandando un uomo sull’albero, issano lo spi con la drizza genoa. Complimenti per la determinazione e la tenacia.E’ tardi, devo scappare in stazione.Omedetoo gozaimasu ai giapponesi.Come premio di consolazione ricevo un bacetto sulla guancia dal tailer italiano di Fratz. Non mi sono piu’ lavata la faccia da allora.Prendiamo il treno dei pendolari Tirana-Milano.Il viaggio e’ lungo, la testa ciondola, gli occhi si chiudono e il pensiero vola. Il treno si inclina in una curva. Spalanco gli occhi e mi preparo alla virata perche’ temo che mi arrivi il boma in testa. Mi guardo intorno e mi accorgo di essere scesa dalla barca. Niente mare attorno a me. Purtroppo.