Tuesday, December 14, 2004

il rodeo


Piu’ volte me l’hanno consigliato, eccovi accontentati: mi sono infine data all’ippica.
Volevano farci credere che andare in Melges fosse una delle piu’ belle espressioni della vela e invece ci hanno mentito. I Melges non sono barche: sono cavalli pazzi. E bravo chi riesce a domarli.
Il rodeo e’ iniziato sabato mattina, ma sono talmente stanca e piena di botte che fatico a ricordarmi il mio nome, figuriamoci come si sono sviluppate le regate.
Iniziamo con la cronaca rosa. Furia Cavallo del West era ormeggiato proprio li’, di fianco a Paolo Cian che quando l’ho visto m’e’ preso un colpo al cuore che non me lo ricordavo cosi’ bello. Io su Furia Cavallo del West e lui ancora sul pontile eravamo quasi alti uguali. Poi sono smontata da Furia Cavallo del West e mi sono accorta che questo amore e’ ostacolato da almeno 30cm e 30kg di differenza. Altro che Renzo e Lucia o Romeo e Giulietta, noi due insieme sembreremmo Olivia e Pisellino. Il problema e’ che lui non mi fila proprio! Non alza mai lo sguardo sto babbeo! Ma quanto mi piace!
Sleghiamo Furia e usciamo presto per allenarci un po’. C’e’ una bella arietta la’ fuori. Inizio a preoccuparmi. Speravo in una regatina tranquilla con un venticello che ci permettesse di manovrare senza troppe complicazioni e soprattutto che non mi scompigliasse troppo i capelli. Invece appena usciti ci accorgiamo che ci sono una ventina di nodi, i miei capelli sono sempre piu’ simili a quelli di Branduardi e io soprattutto non riesco ad ammainare il gennaker di Furia senza problemi.
Il rodeo inizia.
Prima bolina tutto tranquillo. Furia non si sta comportando male e sembra mansueto come un qualsiasi puledrino. Appena girata la boa la bestia si scatena e inizia a galoppare a tutta velocita’ cercando di disarcionarci. Galoppa cosi’ velocemente che sembriamo un motoscafo. Strambiamo. Corri Furia corri! Sei bellissimo, la prossima volta mi metto il cappello da cowgirl e mi porto pure il lazo. Yuuuuuuuuh. Dietro con il sedere che Furia in alcuni momenti sembra volersi inabissare nel mare. Corri corri in un tempo brevissimo abbiamo finito la poppa. Oh oh. Adesso devo ammainare il gennaker e sono cavoli miei. Infatti mi ritrovo avvolta completamente dalla vela. Annaspo con le braccia per cercare di liberarmi e per cercare di ammainare. Non so bene cosa sia successo ma per fortuna Goffredo ha smesso per un momento di vomitare ed e’ venuto a srotolarmi dal gennaker. Le altre barche sono dotate solo di avvolgifiocco. Furia Cavallo del West ha avvolgifiocco e avvolgigennaker (che sarei io).
Altra bolina. Ehi Tommi, anche tu qui? cavalchiamo insieme verso la boa. Arriviamo in boa insieme. Lui interno. Marco, il timoniere, si incasina, Tommi ci chiede acqua. Hai ragione Tommi prego passa ci mancherebbe altro si accomodi pure. Poi giriamo la boa e via la bestia cerca nuovamente di disarcionarci. Mi arrivano secchiate d’acqua in faccia, sembra di essere in una lavatrice. Voglio un ombrello. Giusto il tempo di fare un paio di strambate e siamo nuovamente pronti per ammainare, e vai di avvolgigennaker di nuovo! Finalmente e’ finita. Arriviamo 13esimi.
Della seconda prova ho rimosso tutto tranne che il finale. L’avvolgigennaker non ha funzionato perfettamente e per una decina di minuti il rodeo si e’ trasformato in una uscita a pesca a strascico. Non abbiamo nemmeno preso un tonno. In compenso la vela si e’ rotta. Riusciamo a tirarla su in barca e alla fine tagliamo l’arrivo 16esimi. Siamo mogi e sconsolati. Furia Cavallo del West ci ha dato del filo da torcere con questo ventone. Ma tanto è in calo, dicono cosi’ le previsioni, e domani sara’ tutto piu’ facile.
Domenica mattina mi affaccio sul balcone per avere conferma delle previsioni.
Sbagliate.
C’e’ ancora aria. Eccome se ce ne e’.
Inizia la regata. Voglio andare a casa. Voglio fare un centrino all’uncinetto. Voglio giocare a ramino con mia zia. Voglio una tazza di latte caldo. Voglio sedermi davanti al caminetto con il gatto sulle gambe. E invece ecco che arriva la prima secchiata d’acqua in faccia che inizia a colarmi giu’ per il collo. Ma cosa ci faccio qui? Perche’ sono qui? Davvero non ricordo perche’ mi piace andare in barca. Finita la bolina Furia Cavallo del West mi rinfresca la memoria e mi fa ricordare perche’ amo la vela, l’adrenalina scorre a fiumi e sono felice. Furia ci regala una cavalcata memorabile. E l’ammainata viene bene. Non mi pare vero. Su di nuovo, giu’ di nuovo. Evvai! Galoppa Furia Cavallo del West, galoppa! Ma quello che Furia ti da’, Furia ti toglie. E sbaglio l’ultima ammainata e lo spi tocca la boa. E allora prima del traguardo facciamo un 360 e mentre facciamo il 360 Cian arriva e ci supera guardandoci con aria di compatimento. Senti bello, sei bello ma non farmi quell’aria di compatimento che se no mi diventi antipatico. Siamo decimi.
Inizia un cazziatone per l’errore in ammaina. Il cazziatone va avanti e va avanti e come una pentola di fagioli borbotta e borbotta e borbotta e alla fine ci litigo perche’ ho deciso di fondare il fronte per la liberazione del prodiere oppresso dalla dittatura dei timonieri. Ci prendiamo le secchiate d’acqua, decidono di virare e sussurrano sottovoce "pronti alla vira" non tenendo conto che tu sei nella lavatrice 5 metri davanti a loro, e se la controscotta e’ bloccata e’ colpa del prodiere anche se in realta’ e’ quel culone del tailer che ci si e’ seduto sopra, e ci prendiamo gli insulti quando sbagliamo e quando non sbagliamo ma loro quando sbagliano la partenza non gli si puo’ dire niente, e va bene cosi’ perche’ a noi fare i prodieri piare e stare la’ davanti e’ bellissimo e il traguardo lo tagliamo sempre prima noi e non loro, ma a tutto c’e’ un limite. Quindi prodieri di tutta Italia uniamoci nella lotta alla dittatura dei timonieri e ogni tanto mandiamoli cordialmente a cagare che fa bene alla nostra anima e al loro intestino.
Nella discussione c’e’ stata una vittima innocente: ho morsicato la mano del tailer, ma questa e’ un’altra storia e ve la racconto un’altra volta.
Seconda prova. Il vento sembra sempre di piu’. Ci siamo comportati dignitosamente e non abbiamo fatto erroracci, tranne una caramellona nell’ultima poppa e questa era ovviamente colpa del prodiere, ma dopo avere capito che sono mordace come un pitbull nessuno ha piu’ osato dirmi niente. Arriviamo noni e siamo soddisfatti e stravolti. Ci impieghiamo una vita a togliere dall’acqua Furia Cavallo del West e dopo poco mi ritrovo sola, sono andati via tutti. Forse sono andati a portare il tailer a fare l’antirabbica e l’antitetanica. Io vado a mangiarmi un piatto di pasta col Dodo che la carne l’ho gia’ mangiata a merenda.

Wednesday, October 13, 2004

Barcolana 2004


C’è una regata, là dove finisce il Mare Adriatico,che riempie il mio cuore di gioia.
È una regata di poche miglia, ma per goderne appieno occorre gustarsela lentamente, dal giovedì sera al lunedì sera, perche’ a noi la Barcolana piace viverla tutta, assaporarne il prima, il durante e il dopo. Le emozioni che ti dà rimangono a lungo impresse nell’anima, perche’ la Barcolana e’ tante cose e la cosa meno importante e’ la regata stessa.
La Barcolana e’ la moltitudine di persone che condividono il tuo stesso amore per il mare e la vela, sono gli amici vecchi e gli amici nuovi. La Barcolana e’ dormire in 2 in un loculo di 2 metri quadri e scoprire una sera che il tuo loculo e’ stato utilizzato come ripostiglio per cuscini, sacca del gennaker, pentolone, mezzo marinaio, salami e caciotte.
La Barcolana e’ farsela addosso perche’ la tessera magnetica del gabinetto del Marina di San Giusto non la trovi quando piu’ ti serve.
La Barcolana e’ un pentolone di 3 kg di fagioli andati a male che saturano l’atmosfera di un odore nauseabondo che se non andavano a male e li mangiavamo pero’ l’atmosfera era sicuramente peggio. Soprattutto nel loculo.
La Barcolana e’ non riuscire a ottenere 10 cubetti di ghiaccio perche’ il barista del Marina ha messo i nostri sacchettini nel frigorifero e non nel freezer.
La Barcolana e’ farti prendere da un attacco di ridarola cosi’ forte da farti venire il mal di testa.
La Barcolana e’ seguire la scia di feromoni lasciati dietro dal pelatone di Alfa Romeo (Carlo Castellano n.d.r.).
La Barcolana e’ trovarti a pochi centimetri da miti della vela come Bressani e Benussi, che chiacchierano amabilmente con delle vecchiette e che se a loro piace cosi’ e’ solo questione di tempo e aspetto anche io di avvizzirmi e poi sarete miei.
La Barcolana e’ volere fare l’ormeggiatrice da grande.
La Barcolana e’ mangiare le acciughe alle 8 del mattino che siamo ancora in porto ma si sa mai che mi sento male.
La Barcolana e’ impasticcarsi di Xamamina.
La Barcolana e’ scoprire un nuovo ruolo in barca: la bottonista.
La Barcolana sono tre ragazzi su una vasca da bagno e sono 20 energumeni su Alfa Romeo.
La Barcolana e’ un cambusiere dell’alcolisti anonimi che per 4 giorni ha comprato 10 litri di vino e una bottiglietta da mezzo litro d’acqua a testa.
La Barcolana sono i fuochi d’artificio con tanti petaretti visti dalle Rive in compagnia di 10mila persone.
La Barcolana sono gli incroci in regata senza nemmeno urlare acqua che tanto non ha importanza arrivare 801 o 802.
La Barcolana e’ il briefing in pozzetto, il discorso del Presidente: siamo qui per divertirci, mi consenta.
La Barcolana e’ scroccare un dolcetto alle mandorle alla barca di fianco.
La Barcolana e’ quella tua maglietta (dell’AIDO) fina tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto.
La Barcolana e’ perdere il pennarello indelebile.
La Barcolana e’ litigare per un ormeggio.
La Barcolana e’ domandarsi se i camini sulle terrazze di shining siano dei braccioli per i signori in falchetta.
La Barcolana e’ morto un parabordo se ne fa un altro.
La Barcolana e’ camminare per Trieste deserta la domenica sera e non trovare un bar aperto che i triestini ne hanno le scatole piene di noi turisti.
La Barcolana e’ farsi viziare da due ragazzi che cucinano per te.
La Barcolana e’ trovare un buco in Piazza Unita’d’Italia per ascoltare il concerto per poi capire che a te quel concerto li’ non piace mica.
La Barcolana e’ un ragazzino che sale sulla tua barca e ti finisce la Nutella.
La Barcolana e’ sentire parlare in veneziano e non capire le battute in quello strano idioma ma ridere lo stesso.
La Barcolana e’ tirare su la calza del gennaker nel momento sbagliato.
La Barcolana e’ potere contare ogni anno sui miei putei.
La Barcolana e’ piangere alla stazione di Mestre con la mia sacca sulle spalle perche’ anche quest’anno e’finita.
Mi avete fatto passare dei giorni splendidi.
Vi voglio bene

Saturday, August 28, 2004

Malcesine 28 ago 2004

Dopo avere letto l’annuncio surfistico matrimoniale del Bonny (Peler parcheggio malcesine: Vito grigio, vetri scuri, adesivo ISW, "alto, moro, bella presenza, conoscerebbe donna trentenne mentalmente munita, ricca, possibilmente a batterie ricaricabili, scopo sincera relazione".) ho pensato che questa fosse l’occasione giusta per maritarmi e per iniziare a fare windsurf. Detto fatto sabato nel primo pomeriggio mi presento a Malcesine alla ricerca del Mercedes Vito e soprattutto alla ricerca di un ragazzo alto e moro. Alto si fa per dire, sara’ giusto 3cm piu’ alto di me, moro non so… magari sotto la boccia pelata c’e’ pure un foltissimo cuoio capelluto moro ma è una cosa che non mi è dato sapere. L’atmosfera è satura di neoprene: il bolognese ha trascorso una notte nel camioncino in compagnia delle sue tavole e delle sue vele, ha surfato col peler del mattino e ovviamente non aveva a disposizione una doccia. E a me tocca sorbirmi tutto quell’aroma di ascella neoprenata senza nemmeno farglielo pesare che mi deve insegnare windsurf. Pero’ dopo magari glielo dico... per il suo bene mica per altro... Gli butto li’ un: "dai insegnami!" e lui: "ok ma tieni conto che c’e’ troppo vento, ho la tavola da 105 litri, la vela da 5m (erano 5??) cadrai, non ti divertirai, sara’ una sofferenza" Scruto il lago increspato dal vento e mi passa la voglia. Dico magari dopo, si magari dopo, l’estate prossima, non c’e’ fretta che non ho voglia di soffrire io. Passa mezz’oretta e il bolognese ci riprova: "dai ora esci" no io non posso ho mal di testa, ho le mie cose, ho anche un principio di bronchite, sento il catarro nelle vie respiratorie, non mi pare il caso no davvero no grazie un’altra volta magari. Evidentemente gli deve essere entrato un po’ di neoprene nelle orecchie e le deve avere intoppate per benino perche’ proprio non mi vuole dare retta e inizia a scaricare le vele e la tavola e il boma e il piedino e la prolunga. E io sono bravissima che mi ricordo ancora di quanti pezzi è fatto un rig (o come direbbe Tony Randine R.I.G.). e come si cazza il basso? Ah cosi’ fammi provare, faccio io, ma quanto è duro, spetta un momento, ecco bravo bonny fai tu bonny cazza bene tutto. Un RDM? Uh interessante. Di carbonio? Uh interessantissimo. E se lo rompo? E se rompo la vela? E se rompo la tavola? Sto rompendo? Ok la smetto. Mettiti il costume mi dice. Ma che costume e costume? Che se qui casco mi salta fuori tutto, prestami la mutina. Bellissima, mi sta proprio bene. Sembro Diabolik in calzoncini corti. Ci posso fare dentro anche la pipi’? Bha’ io non glielo dico ma la faccio lo stesso che è mezz’ora che mi scappa. Lezioncina teorica, vento-spalle-vela, tiro su la vela facendo contrappeso col mio peso, incrocio le mani prendo il boma, e il resto lo impariamo la prossima volta. Ok facile. Una vera cavolata direi. Ok vado eh Bonny! Tu guardami e poi dimmi cosa fare una volta preso in mano il boma. Salto sulla tavola che è al limite dell’affondamento. Ma teoricamente una tavola da 105 litri non puo’ sorreggere una persona da 105kg? Va bene che ho mangiato come una mucca ste vacanze e non ho ancora osato pesarmi, pero’ 105 no dai! Vabbe’, mi metto in piedi sulla tavola e non ho capito come mi ritrovo sott’acqua con almeno 2 litri di eau de Garda Lac nel naso. E mi sono presa pure una bella botta a un piede su un sasso. E ricordo le parole di Bonny prima di entrare in acqua: "Vuoi le scarpette?" no no ma che scarpette? A cosa servono le scarpette??? Ci riprovo. Bonny mi tiene la tavola e io salgo e ricasco. E io non mi sento piu’ Diabolik ma il Gabibbo. E ancora. E ancora. Su e giu’ e su e giu’ e la gente in spiaggia inizia a sbellicarsi. Cosa ridete? Questo è free style e in quanto free posso fare quello che voglio. Mi sorge un dubbio: Bonny mi sta sabotando. Gli chiedo di lasciare la tavola e infatti senza la sua preziosa assistenza riesco a salire. E riesco pure a prendere la cimetta. Casco una ventina di volte. Forse di piu’, non lo so. Ero sempre in acqua. Ne ho bevuta talmente tanta che il livello del lago si deve essere abbassato di almeno 20cm. Alla fine pero’ ce la faccio a prendere questo maledetto boma, forse riesco anche a muovermi per 1 metro. Poi ovviamente precipito in acqua per la milionesima volta. Sono stanca, ho le sbucciature sugli stinchi e sui gomiti che bruciano. Nuoto verso riva. Bonny guarda la sua attrezzatura e dice: "brava, hai anche caricato la tavola sul boma per fare meno fatica" ehm veramente io non ho fatto niente, si è incasinato tutto quando sono caduta e io non ho la piu’ pallida idea di come si carichi una tavola su un boma, ma lasciamogli credere quello che vuol credere che disilludere le persone non è bello. Mentre riportiamo l’attrezzatura al furgone butto li’ un adesso dovro’ provare il kite. E Bonny dice la cosa piu’ bella che avrebbe potuto dire: "sei troppo brava per il kite, e poi tu hai il carattere e l’ostinazione del windsurfista" e io ho iniziato a camminare a 1 metro dal suolo. E ora sono qui in ufficio, che mi fanno davvero male i gomiti e non so come appoggiarmi alla scrivania per scrivere, e penso a quando sara’ la prossima volta che potro’ provare a prendere quel maledetto boma tra le mani e la prossima volta non faro’ solo 1 metro ma 5 metri e la volta dopo ancora saranno 10m e alla fine il mio freestyle forse diventera’ un po’ meno free e un po’ piu’ style.

Tuesday, June 22, 2004

La sciura Pina va a Limone


giovedi sera: mi telefona valentina: "ciao Lu, sabato mattina puoi andare a sostituirmi come prodiera su un asso per un allenamento?" proprio sabato mattina ho la mia prima lezione di windsurf. non vedo l'ora di darmi alla tavola a vela, non vedo l'ora di mettere i piedi nelle straps e di trovarmi li' da sola, sospesa in una planata a meta' strada fra cielo e acqua. pero' la prua dell'asso...ho sempre sognato di andare su un asso. l'unica esperienza che ho avuto è stata quando con Giovannone abbiamo preso l'asso scassato della canottieri salo' e siamo andati a mangiare la pizza a torri del benaco e mi sono subito innamorata di quella barca. Il windsurf puo' attendere, vado sull'asso. è deciso. sono felicissima. venerdi aspetto la telefonata dell'armatrice. aspetto. aspetto. controllo ripetutamente il cellulare alla ricerca di chiamate non risposte. non chiama nessuno. e io intanto ho gia' disdetto il corso di windsurf. pazienza, avranno trovato un altro sostituto. sabato mattina: mi sveglio con calma, preparo la sacca e la tenda. destinazione Torbole. premedito una fermata a Limone con la speranza di vedere i match race dal lungolago. sempre che non ci sia troppa foschia. squilla il telefono. è valentina: "Lucy!!! dove sei?" a casa, dove vuoi che sia? ho disdetto il corso da vasco renna e l'armatrice non mi ha nemmeno chiamata! "Luuuuu! ti stanno aspettando! l'armatrice non doveva chiamarti, dovevi essere alle 9.30 a bogliaco!" non ci posso credere. ho perso un imbarco a cui tengo tantissimo perche' sono stordita. con la sensazione di avere perso una gran bella chance, carico la macchina e mi metto in marcia. dalla gardesana occidentale, all'altezza di Bogliaco, scorgo un asso che si allena. e' il mio asso. e io sono sulla panda. sono convinta che ognuno ha quel che si merita. io mi merito di stare sulla panda in gardesana dietro a un tedesco in vacanza che procede a 40Km/h e si gode il panorama. Giusta punizione. sabato mezzogiorno finalmente arrivo a Limone. scendo in centro paese verso il parcheggio e incontro sulla strada eros della randa meccanica sailing team. mi accompagna all'albergo degli atleti per lasciare giu' la macchina. poi andiamo verso i gazebo dell'organizzazione. mi complimento con carlo fracassoli per le prestazioni. gli gnari stessi sono increduli, leggono la gazzetta e un sacco di quotidiani per vedere chi parla dei match race. devono scendere in acqua: tra poco inizia il loro volo. carlo mi guarda e chiede: "tu vieni con noi vero?". e mi trovo con la mia bella gonnellina rosa svolazzante e la mia borsetta da Sciura Pina a saltare sul gommone e a dirigermi verso il campo di regata di un match race di grado uno. che culo. speriamo che non lo vedano tutti il culo che sta gonnellina svolazza davvero tanto. in mezzo al lago c'e' un motoscafone immenso. i ragazzi attaccano il gommone a poppa del motoscafo e saliamo tutti a bordo del bestione. sfodero un sorrisone e mi presento. ci sono 5 persone a bordo, uno si presenta, gli altri 4 sorridono ma sembrano non capire niente. provo a scambiare altre 2 parole. altri sorrisi ebeti. ok sorrido anche io, non c'e' problema. alla fine mi dicono "russian team" ahhhhhhhh bhe' scusa sai non avevo capito... certo che anche io avrei un sorriso ebete a trovarmi un moscovita che mi sorride e parla. in acqua ci sono quasi tutti. cian, simoncelli, presti e tutti quanti. e ci sono pure io! si lo so che non e' la stessa cosa, pero' col motoscafo siamo proprio li' e ci vengono praticamente addosso a fare il circling. che emozione. sono cattivissimi bravissimi tutto issimo. e io sto vivendo un sogno. i ragazzi della randa meccanica sailing team scendono e vengono portati da un altro gommone verso la barca 6, ora tocca a loro. il mio istinto mi porterebbe a urlare un coro da terzo anello, ma non si fa: la vela e' uno sport da signori, e io oggi sono vestita da sciura pina, non posso mettermi a sbraitare come un hooligan. arriva un altro gommone, scarica i russi e carica Cian e il suo equipaggio. ommamma e adesso cosa dico? sto zitta che e' meglio. i ragazzi sono simpatici, rilassati, e scherzano anche con me. I ragazzi della randa meccanica regatano contro Ferrarese. Partono dietro e rimangono dietro. Peccato. Pero’ sono stati bravi. Passano di fianco al motoscafone, cian li guarda e domanda: “ma loro non dovevano essere quelli poco esperti?” e scoppia in una fragorosa risata. Bravi gnari! sabato pomeriggio: mentre sono sul supermotoscafo da 40 piedi a godermi i match race di grado uno in compagnia di cian (stento a crederci pure io) scorgo all'orizzonte un puntino in avvicinamento. una vasca da bagno a motore con a bordo tre loschi figuri. man mano che si avvicinano vedo a prua un teleobiettivo di dimensioni spropositate. oicchelle'? novella 2000? magari!!! sai che figurone ci faccio a poppa del supermotoscafo col velista? sembro quasi (quasi eh) J Lo con Ben Afleck ai bei tempi. buzz buzz la bagnarola e' veramente vicina e ora capisco: Goofy & co!!! scoppio a ridere, mi sbraccio in un saluto, goofy si sbraccia, tutti ci sbracciamo, cian non capisce cosa stia succedendo ma saluta pure lui. ora tocca a cian, i ragazzi scendono e mi mandano saluti e baci. vanno contro simoncelli. E vincono.

e tocca anche a me scendere, il motoscafo deve andare via e io vengo trasferita sul gommone di clandesteam che e' li' per dare una mano. c'e' su una ragazza. mi presento. mi guarda di sbieco e chiede "lucia… quella che doveva essere sull’asso stamattina?" mmmm perche'? e' l'armatrice dell'asso!!! riesco a spiegare l'equivoco. fortunatamente ho fatto una regata in barca col marito che si ricorda di me e le raccomanda di chiamarmi a provare la barca. che sollievo. diamo una riduzione di percorso PEEEEEETPEEEEEEEEETPEEEEEEET, guardiamo cian perdere la seconda prova contro simoncelli, guardiamo il cielo diventare sempre piu' nero e minaccioso, salutiamo la barca giuria e ce ne ritorniamo a limone. sabato sera: inizia a piovere seriamente e io ho ancora un campeggio da trovare e una tendina da piantare, e' meglio che mi metta in moto. vado a torbole, visto che domenica mattina ho il corso di windsurf. arrivo in campeggio che inizia a grandinare. amo essere una donna libera e indipendente in queste situazioni. aspetto che almeno la grandine finisca, pianto la tenda, faccio la doccia. e adesso? che noia che barba che barba che noia. torno a limone. uscendo dal campeggio sbaglio strada. me ne accorgo subito. faccio retromarcia. sfrego tutta la fiancata destra contro una recinzione e l'abbatto. scappo. arrivo a limone che e' gia' ora di tornare a torbole perche' entro le 10 devo rientrare con la macchina in campeggio e non ho voglia di prendere un'altra multa per divieto di sosta. torno a torbole. piove. vado a mangiare un panino. piove. attorno a me tutte coppiette. piove sul bagnato. vado a dormire. piove. mi addormento al suono della pioggia. il mio ultimo pensiero della giornata va a beppe e alle sue considerazioni su torbole... domenica mattina piove. sveglia presto per il corso di windsurf. piove. E penso a beppe. telefono alla scuola e disdico il corso che piove. mi dicono che loro il corso lo fanno lo stesso. bravi, io no. smonto la tenda e piove. carico la macchina e piove. andrei a limone a vedere la finale ma piove e ne ho la scatole piene. voglio andare a casa. continua a piovere. piove talmente tanto che sbaglio pure strada e mi ritrovo a verona invece che a peschiera. piove. arrivo a brescia. esce il sole. ma va a rane!!!

Tuesday, May 11, 2004

Trofeo Pirelli 2004


Agitazione, agitazione, sono le 9 di sera di giovedi. Sono sulla banchina di Santa Margherita Ligure, ci sono barconi dappertutto, non c’e’ vento, c’e’ nuvolo. Dopo avere fatto training autogeno e avere scaricato un po’ di tensione camminando in su e in giu’ come una forsennata, vado alla macchina e inizio a cambiarmi. Sono li’ sul marciapiede in mutande e stivali (che detta cosi’ sembra che non mi stessi preparando per una regata ma che stessi facendo altro…). Si avvicina un tipo, una faccia gia’ vista. Si ferma li’ e inizia a parlare con Michele, un mio compagno di equipaggio. Parlano di dentisti, poi Michele domanda allo sconosciuto "su che barca sei?", lo sconosciuto risponde "orlanda" e io lo guardo alzando un sopracciglio come a dire: "che culo, come hai fatto a trovare quell’imbarco??". Lo sconosciuto se ne va. Ecco a chi assomiglia: è uguale a Tom Hanks!!! Ma sei scema Lu? E’Chieffi! Iniziamo bene, con tutto sto vippume in giro e io confondo Chieffi con Tom Hanks...
Fermento in banchina. Siamo pronti? Molliamo gli ormeggi e ci dirigiamo verso la linea di partenza. Calma non piatta. Niente vento ma onda lunga e fastidiosa. Ore 11. PUM. Partiti. Andiamo fuori, lontani dalla costa. Magari troviamo un po’ d’aria. Scelta giusta. Dopo un paio d’ore iniziamo a fare sul serio. E’ uscita la luna, e’ una splendida nottata. Cullata dalle onde mi appisolo appesa alle draglie. I ragazzi sono simpatici, mi risveglio al suono delle loro risate. Passano le ore, aumenta l’aria. Ora si balla davvero. Queste onde non le avevo mai viste. Alle 4 di mattina il francese inizia a stare male. E’ bianco come un fantasma. E le ondone continuano. All’alba arriviamo a girare il Tino sotto spi, delle gran belle surfate. Girato il tino inizia una bolina difficile. Sotto spi ho avuto paura di andare a fare compagnia al francese. Distraggo l’attenzione dal mio stomaco e mi godo le onde. Alte, lunghe e verdi. Sono divertentissime. Inizio a ridere come una pazza a ogni onda in faccia. Io rido e il francese vomita. Io rido e il francese continua a vomitare. Io rido e il francese rantola. Io rido e il francese e’ in preda alle convulsioni. Cazzo rido? Inizio a preoccuparmi seriamente, siamo in mezzo al mare con una bella libecciata e in alcuni momenti il francese non respira dalle convulsioni e pare stia per tirare le cuoia. E vai di bolina e vai e vai. Verso le 9.30 sento una battuta divertentissima venire da poppa, mi volto e il francese mi sorride, e’ rinato!!! Posso godermi la fine della regata tranquilla. Arriviamo verso le 11, insieme a Vascotto. Uau! 7 overall in compensato e 2 di classe. Siamo contenti. Arrivati in porto andiamo al tendone a riposarci e rifocillarci. Il francese mangia 4 piatti di pasta, sembra non avere il fondo! Passo il pomeriggio e la serata a godermi il mare, le barche e il vippume. A casa del tailer a portofino a rilassarci un po’. Arrivano i testimoni di geova. Il francese apre la porta, prende l’opuscolo e per sbolognarli senza troppi convenevoli ringrazia e dice che lo dara’ al padrone di casa. I testimoni di geova: "noi non cerchiamo il padrone di casa, noi cerchiamo anime" il francese: "la mia anima l’ho lasciata al largo del Tino"
Sabato un bastone pietoso con onda morta e poco vento. Ovviamente il vento arriva tardi. Avrebbero potuto fare una seconda prova ma non e’ stato cosi’ e non so perche’. In barca eravamo tutti molto nervosi. Siamo andati male. 30 o giu’ di li’. Colpa nostra, nessuna scusa.
Sabato pomeriggio due passi a Portofino, prosecchino in piazzetta di fianco a Giovgio Avmani. Ci sono anche i paparazzi. Meno male mi sono messa un filo di mascara va! Cena al solito tendone, dopocena in un locale a Santa. All’inizio sono un po’ spaesata. Ci sono supervelisti e supergnocche ovunque. Possibile siano tutte bionde? Possibile portino tutte le 42? Possibile abbiano tutte delle tette marmoree? Mi metto in un angolino col mio mohito. Di fianco a me l’ equipaggio di edimetra. triestini simpaticissimi. Finito il mohito mi prendo un cuba. Finito il cuba mi trovo sul tavolo a ballare coi triestini. Finito il secondo cuba mi dicono che "sembro una dei muli" che quando me l’hanno detto non sapevo se era un’offesa o un complimento. Era un complimento!
La mattina dopo rintronata dal sonno, arsa dall’alcol e dal tabacco, salto in barca per l’ultima prova. C’e’ un bel vento teso. Appena usciti dal porto si sente un botto. Si rompe il grillo che tiene il bozzello del rinvio della randa. Il bozzello parte e colpisce in testa Adriano. Visto cosa e’ successo recentemente non faccio commenti sulla fortuna che ha avuto adriano. La regata non prevede grandi tattiche. Bisogna solo fare correre la barca. Vince chi va piu’ veloce. Facciamo delle belle manovre, andiamo bene, ma finiamo cmq 25 overall e 8 di classe. Non credo avremmo potuto fare molto di piu’ perche’ non abbiamo sbagliato praticamente niente. Sono contenta: è stata una bellissima regata indipendentemente dal risultato.
Premiazioni: ha vinto Tom Hanks. Anche Vasco fa incetta di coppe. Non ho vinto la mini.
Morale: inizia a piacermi il mare