Friday, December 23, 2005

Thursday, December 22, 2005

concorso vela e comunicazione

puro autocompiacimento

da: http://www.fiorenzi-marine-group.biz/2005/10/17/il-concorso-vela-e-comunicazione-2005-le-conclusioni/

Lucia Benaglio scrive di se’ stessa mentre fa vela, cosi’, quando s’inscrive sul web, si sente l’autore che e’ in lei. L’editing multimediale e’ discreto, il racconto fluisce nel giusto mezzo tra l’io presente e il mondo delle regate, il report e’ avvincente. Lavoro rilevante il suo, perche’ esce dal genere e ci guida tecnicamente alla partecipazione, utilizzando le nuove tecnologie multimediali che ha a disposizione. Si conta di rileggerla.
Io ho pensato che Lucia mi ha fatto ridere, sopratutto nel primo racconto; mi ha divertito davvero e mi ha colpito con la sua femminilita’. Io forse avro’ un debole per le donne: lei – che non conosco se non tramite la sua penna e la descrizione dei suoi capelli – mi piace.

Cervia Kite Festival 2005

Wednesday, October 19, 2005

Campionato Italiano Match Race 2005

venerdi: prova barche. noi abbiamo il turno di mattina, ma rimango fuori anche nel pomeriggio a fare la prua a simoncelli che il suo prodiere non era ancora arrivato. moooooooolto istruttivo. ho imparato a come non farmi saltare fuori l'ernia per attaccare il tangone. e ho imparato che anche i mostri sacri sono umani e hanno un sacco di indecisioni su come regolare le vele e come portare la barca. sono stati carinissimi e si sono offerti per un allenamento insieme a ravenna.
venerdi sera: briefing. mi siedo casualmente dietro a cian e provo a fargli piedino da dietro, ma i suoi piedini non arrivano a toccare terra quindi non riesco. vorrei soffiargli sensualmente sulla nuca ma mi manca il fiato. improvvisamente il chief umpire si rivolge a lui e lui si volta di scatto dicendo "chi lei?". questo è stato tutto quello che ci siamo detti nel fine settimana
a cena ero seduta con ganga e i ragazzi di +39. all'inizio ero un po' tesa. ganga ha versato il vino non accorgendosi che era aromattizato alle mosche, l'ha bevuto e ha sputato un moscone addosso a paletta, il suo prodiere. da quel momento mi sono rilassata e mi sono divertita un sacco. a fine cena mi chiedono di uscire con loro a bere qualcosa. si si che bello. mi volto e vedo la mia armatrice che con aria truce mi riporta all'ordine e mi porta a casa a nanna presto.
sabato: siamo nel girone A con cian, bruni f., bruni g., segnini e favini. primo volo contro favini in condizioni di vento pietose. siamo in cippa cippissima e non riusciamo nemmeno ad entrare. ci becchiamo subito una penalita'. lui prte davanti e noi rimaniamo dietro. alla seconda boa di bolina riusciamo a riprenderlo per poi finire in un buco d'aria pietoso. non riusciamo nemmeno a finire la regata. siamo rivettate sull'acqua e rimaniamo li'. arrivano i gommoni e ci portano fuori dal golfo dove c'e' un pochino d'aria. regatiamo contro segnini. alla seconda poppa siamo dietro di diverse lunghezze, ma riusciamo a recuperare fino ad arrivare all'ingaggio. gira il vento e lui parte giusto quell'istante prima di noi. vince lui e io mi sto ancora mordendo i gomiti dal nervoso . poi andiamo contro ganga. altra bella regata combattuta. vinciamo sull'ultima strambata. sono felicissima. poi andiamo contro cian. in partenza lori si comporta bene. temevo che cian ci avrebbe prima affondate e poi mangiate vive. invece ci comportiamo bene, ma lui è un drago e porta la barca in modo impressionante e ci da' una vita e mezza. alla fine della regata viene comunque da noi a farci i complimenti. poi tocca a checco bruni e ai luna rossa boys. partiamo dietro e rimaniamo dietro. torniamo a terra e tocca al girone B: simoncelli, zeni (campione U20), savelli (campione U25), ines montefusco, nico celon, vescia. riescono a concludere solo 2 voli per assenza di vento.
passiamo la serata al buffet della canottieri sempre in compagnia dei ragazzi di +39 e io gioco a fare la valeria marini della situazione.
domenica pochissimissimo vento. si regata fra le polemiche. il mio idolo mi crolla un po' dal piedistallo quando decide di abbandonare le regate per andarsene. mi sorge il dubbio che non sappia perdere. io invece combatto orgogliosamente per lo spareggio per il 9-10 posto. combattiamo tra i refolini vinciamo con una bellissima rimonta. ci prendiamo gli applausi e la cioccolata degli spettatori.
sul podio salgono i ragazzi di luna rossa con checco bruni al timone, poi nico celon e favini.
voglio fare la velista da grande

Monday, October 3, 2005

Ladies Match Cup 2005

la piu' bella esperienza di vela mai fatta in vita mia.
non ho parole, ma un po' di soldini in piu' visto che c'erano ricchi premi e cotillons.
voto 10 allo yacht club di Langenargen, impeccabile. tutto perfettamente organizzato e gestito. non ci hanno fatto mancare nulla: cibo, ospitalita', gommoni, assistenza tecnica sulle barche, cerimonia di chiusura con tanto di conferenza stampa, podio e inni nazionali
voto 9 all'equipaggio svedese: non solo sono belle e simpatiche, ma hanno vinto e dopo ogni volo scendevano a terra ad allattare i bambini.
voto 8 all'equipaggio polacco che ha offerto a tutte le avversarie cicchettini di vodka la sera prima delle semifinali
voto 7 al mio equipaggio che temeva di non vincere nemmeno un match e alla fine avremmo voluto arrivare 3 ma siamo arrivate 4
voto 6 alla nostra capacita' polmonare, che ci ha permesso di resistere 5 ore in macchina in compagnia dei calzini usati in regata
voto 5 all'umpire che dava le penalita' a chi arrivava mure a dritta solo se arrivava all'affondamento della barca avversaria
voto 4 al nostro abbigliamento, erano tutte tirate a lucido, e noi sembravamo scappate da casa da almeno 3 settimane
voto 3 al tunnel chiuso del san gottardo
voto 2 alla nebbia fitta
voto 1 alla pioggia
voto 0 alla neve

Saturday, September 10, 2005

Centomiglia 2005

Finisce il Gorla, e con il Gorla finisce anche la mia voglia di fare regate lunghe. Viva i bastoni, viva i match race! Che gusto c’e’ a piazzare le chiappe su uno strozzascotte, tenercele fino a che lo strozzatore diventa parte integrante della mia cellulite, per poi fare 8 ore di bolina che quando arrivi a Torbole il peler cala e arriva l’ora? Ditemi che divertimento c’e’ per un prodiere? Col cavolo che faccio la centomiglia. Basta. Non mi interessa. L’anno scorso avevamo detto “regata di merda! Basta, non la facciamo più!”. E siamo andati avanti a dirlo per tutto l’anno. I miei armatori sono stati coerenti, io invece stupida banderuola ho finito con l’imbarcarmi come volantista sul dolphin con Lorenza.Solita sveglia all’albra che stavolta e’ talmente alba che ci sono ancora le stelle e del sole non c’e’ nemmeno l’ombra. Ma il sole non ha ombra. Mai. O si? Boh non importa. Fatto sta che alle 4.30 io e il popolo dei discotecari ci ritroviamo sulla A4. Io vado al lago. Loro tornano dal Plastic.Alle 6.30 sono a Bogliaco a prendermi un caffe’ e a guardare il mio lago splendido, tragicamente piatto. Non c’e’ peler. Regata di merda, perche’ sono venuta? Senza peler non finiremo mai.Al porticciolo ad armare la barca con Lorenza e il resto dell’equipaggio che solo a guardarli in faccia mi sono simpatici. E intanto la gru mette in acqua Principessa e Clandesteam. I classe libera sono splendidi. Li guardo sempre a bocca aperta, meravigliata dalla loro bellezza. Il via è alle 8.30, ora ufficiale del televideo rai. Di vento non se ne parla. Traditore di un peler, questo non dovevi farlo. Tradirci in questo modo quando piu’ abbiamo bisogno di te….Al passaggio del motoscafo-cancello partiamo. Non benissimo.Dopo 5 minuti di una regata che durera’ 21 ore Pippo ha gia’ fame. Ha fatto una cambusa che basterebbe per una traversata atlantica. Si domanda se mangiare una brioche al cioccolato, delle caramelle, delle patatine o altro. Sceglie una brioche. E dopo mezz’ora un panino.Non siamo messi male. L’aria e’ veramente poca, i primi non si sono allontanati troppo. Siamo tra i 5. Sulla sponda veronese si vede un libera. Ma come ha fatto ad arrivare la’? da dove e’ passato? Vediamo… principessa e clandesteam sono qui nella semicippa insieme a noi, chi e’ sulla veronese allora? Piu’ tardi scopriremo che e’ quel mito del Grifo che zitto zitto vecchio vecchio sta a vedere che li frega tutti!Arriviamo a Campione del Garda attorno a mezzogiorno. Settimana scorsa ci avevamo messo 2 ore in meno ad arrivare qui. Se il Gorla 2003 passera’ alla storia per le raffiche a 66 nodi, la cento 2005 verra’ ricordata per le raffiche a 0,6 nodi.Attraversiamo il lago e andiamo sulla veronese. Siamo quasi alla boa di Torbole e il vento gira. Diamo spi e passiamo la boa quinti tra i dolphin.Ci dirigiamo verso la boa di Assenza e i ragazzi impongono a Lorenza di stare sottocosta. Prendono il binocolo e guardano le tedesche in topless in spiaggia.Siamo ancora abbastanza freschi e la regata prosegue allegramente fino alla boa di Gargnano. E a Gargnano inizia la tragedia. Dire zero vento e’ una esagerazione. Quasi quasi ci muoviamo in retro. Tutto il vantaggio guadagnato sugli altri si azzera tra la boa di Gargnano e quella di Bogliaco. Siamo li’, in 300 deficienti, a ciondolare sull’acqua. Pippo vuole allertare la protezione civile per farci portare delle pizze. Nessuno ascolta il nostro appello. E rimaniamo per 2 ore incastrati tra quelle 2 maledette boe. Regata di merda, giuro che non la faccio piu’. Le proviamo tutte. Tira su spi, tira giu’ spi, ritiralo su, ritiralo giu’. Non so come e non so perche’ ma alla fine ci riusciamo a togliere da quella palude. E via a tutta velocita’ (3 nodi a dir tanto) verso la boa di Torri. Arriviamo a Torri che inizia a fare buio. Incrociamo Principessa che risale da Desenzano per andare all’arrivo. Se Principessa e’ ancora qui significa che la regata terminera’ domani mattina. Accendiamo le luci e navighiamo sotto spi in un canale di vento che ci porta verso la boa di Desenzano. A un paio di miglia da Desenzano cala tutto. La barca e’ rivettata sull’acqua. Non ci si muove nemmeno a piangere. Ricordo l’invocazione del mio armatore lo scorso anno:”ciurma, spegnete le luci e armate gli scalmi!”. Non sarebbe una brutta idea, ma San Felice del Benaco ascolta le nostre invocazioni e ci porta non so come in boa. Siamo soli solissimi. Non so cosa significhi. Siamo primi o siamo ultimi? Non si vede nessuno attorno a noi. Solo un asso. Nessun’altra barca. E’ difficile senza alcun riferimento. Siamo soli al buio. Siamo stanchi morti e iniziamo a non capire piu’ niente. Vabbe’ che io non capivo niente neppure prima. Lorenza e’ distrutta ed e’ sull’orlo dello svenimento. Sono le 3 di mattina ed e’ stata al timone per 19 ore di fila. Cede il timone a Pippo e va a riposare. Navighiamo veramente alla cieca.Alle 5.15 tagliamo il traguardo ottavi. Non so dire cosa e come sia successo, ma ci hanno detto che eravamo terzi a Desenzano. Abbiamo sbagliato a stare in mezzo al lago e non andare sottocosta, ma non avendo alcun riferimento non sapevamo proprio dove sbattere la prua.Ma chi se ne frega, ho solo sonno!Vado a dormire col pensiero che questa adorabile regata di merda mi freghera’ anche l’anno prossimo!

Sunday, August 28, 2005

Match Race San Benedetto del Tronto

Torno dalle vacanze (rigorosamente terricole, che se vado in barca a vela pure ad agosto mi spuntano le branchie), il tempo di fare la lavatrice e riprendermi dal jet lag e mi ritrovo su un treno diretto a San Benedetto del Tronto.Venerdi’ mattina proviamo le barche. Tom 28, nessuno di noi le conosce. Io studio la mia prua. Essenziale direi. Talmente essenziale che non c’e’ nemmeno il caricabasso. Bene, una cosa in meno da incasinare. Pero’ se monta tanto vento sono nei guai. Bho’ ci penseremo…Armiamo e usciamo. C’e’ un venticello piacevole e il sole e’ caldo. Volano via le magliette e rimaniamo in costume. Proviamo un po’ di virate e andiamo a provare con l’altro tom 28 che e’ in acqua. A bordo ci sono i piu’ forti, i giapponesi. Se uno si chiama Takumi Nakamura, e’ 39mo in ranking e si fa quei 9.855 km di sola andata per fare un match race, beh questo significa che non ha intenzione di perdere.Proviamo la bolina e qualche virata. Poggiamo e su di tangone. Dove caspita hanno messo l’anello del tangone? All’altezza delle crocette? Meno male che sono alta va’…mi metto in punta di piedi e sentendomi piu’ Carla Fracci che Ellen MacArthur armo il tangone. Sento Lorenza che chiama “pronte alla stramba?”, si come no prontissima.Mi metto in I posizione con il braccio destro nella posizione preparatoria, il sinistro poggiato sulla sbarra e la testa girata a destra. Tempo musicale 4/4, 4 battute.Sul poggiare, apro leggermente il braccio di lato ed eseguo il port de bras de preparation in 2/4. 1a battuta: eseguo 2 demi-plies in 2/4 ciascuno con il braccio in II posizione. 2a battuta: 1 grand plie’. 3a battuta e 4a battuta: eseguo il III port de bras sulle mezze punte e via di releve’!Ecco fatto, strambato!L’organizzatore Nicholas, che noi preferiamo chiamare Jhonatas, ci viene incontro in gommone per avvisarci che abbiamo ancora poco tempo e poi la barca passera’ a un altro equipaggio. Ok ora la faccenda si fa seria, abbiamo poco tempo: sara’ meglio fare il bagno al largo! Valentina e Donatella si buttano in acqua e si lasciano trainare dalla barca. E qui ho imparato una importante lezione di vita e di mare: se si fa la traina e’ consigliabile indossare un costume ascellare come quello di mia nonna, piuttosto che un bikini brasiliano come quello di Doni…Cediamo la barca all’equipaggio tedesco e passiamo il resto del pomeriggio in spiaggia.Sabato mattina briefing. Gli 8 equipaggi verranno divisi in 2 gruppi da 4, ogni gruppo fara’ un round robin e poi i primi 2 classificati di ogni girone si scontreranno a vicenda in un altro round robin.Nel primo volo siamo contro dei ragazzi del posto. Ci becchiamo una penalita’ nel prepartenza. Ci vengono addosso ma i giudici non si accorgono, quindi le penalita’ non si annullano a vicenda. Manovriamo bene e facciamo correre la barca. Facciamo il 360 e tagliamo l’arrivo davanti.Nakamura non e’ cattivissimo in partenza. Si muovono veramente bene. Le loro manovre sono composte, ordinate ed efficaci. Lorenza riesce a dargli una penalita’ (gli ha fatto infrangere la stessa regola che avevamo infranto noi nel volo precedente). Purtroppo fanno piu’ velocita’ di noi e riescono a fare il 360 e a starci davanti. Tagliano l’arrivo a mezza lunghezza davanti a noi. Pero’ ci siamo comportate bene e siamo soddisfatte.Avanti il prossimo, siamo cariche, siamo cariche! Onofri. Il prepartenza e’ spettacolare. Arriviamo in anticipo di 7 secondi sulla linea di partenza, Lorenza gira attorno alla barca giuria e per partire si infila tra la barca e Onofri. Stringo le chiappe…un po’ per passare li’ in mezzo, un po’ perche’ temo di farmela addosso…Nell’ultima poppa siamo davanti e vediamo che i nostri avversari hanno problemi con lo spi: subito dopo la issata lo ammainano e procedono a vele bianche. Pensiamo a qualche rottura. Finiamo la regata e saltiamo sul gommone per farci portare a terra con il nostro bel 2-1. Dal gommone vediamo che la barca di Onofri e’ piena di sangue. Il tailer si e’ preso una tangonata in piena faccia. Probabilmente continuava a cazzare il braccio e il prodiere si e’ innervosito. Johnatas chiede al ragazzo se vuole continuare i voli o se vuole andare a terra. Hei Johnatas, ma non vedi che ha la faccia spaccata? Chiama l’ambulanza va’, che e’ meglio.Ho deciso che mi faccio la polizza infortuni, cosi’ per scaramanzia…Del nostro girone passiamo noi e Nakamura, dell’altro girone passano La Cerra e Fratz.Domenica incontriamo il tedesco. Finiamo in un buco di vento e ci danno un lago.Contro il giapponese perdiamo senza alcuna scusante: vanno piu’ veloci loro.Contro La Cerra il disastro. In prepartenza li centriamo a meta’ barca e ci prendiamo una penalita’. Subito dopo ci centrano loro e i giudici non vedono, quindi non vengono penalizzati. Ancora! Come ieri! Nervi tesissimi. Corde di violino. Come se non bastasse arriviamo in boa e nell’issata lo spi tocca la boa. Dobbiamo fare subito il 360. Giu’ lo spi. La penna deve essere sotto il boma prima di iniziare il 360. Lorenza aspetta che lo spi scenda e fa il 360. Isso lo spi a tutta velocita’ e sento dal pozzetto le ragazze che mi dicono di lasciare perdere che andiamo a casa. Come andiamo a casa? Cosa e’ successo? Si avvicina il gommone degli umpires e ci dice che la penna non era sotto il boma. Inizia uno scambio di idee sulla miopia e altre amenita’. A bocce ferme La Cerra ammettera’ di averci toccato nel prepartenza. I giudici si scusano per la svista.Restiamo in acqua a vedere gli altri voli. I giapponesi sono davvero imprendibili. I tedeschi arrivano secondi con un recupero incredibile su La Cerra. Perdono la drizza spi, cercano di recuperarla mandando un uomo sull’albero, issano lo spi con la drizza genoa. Complimenti per la determinazione e la tenacia.E’ tardi, devo scappare in stazione.Omedetoo gozaimasu ai giapponesi.Come premio di consolazione ricevo un bacetto sulla guancia dal tailer italiano di Fratz. Non mi sono piu’ lavata la faccia da allora.Prendiamo il treno dei pendolari Tirana-Milano.Il viaggio e’ lungo, la testa ciondola, gli occhi si chiudono e il pensiero vola. Il treno si inclina in una curva. Spalanco gli occhi e mi preparo alla virata perche’ temo che mi arrivi il boma in testa. Mi guardo intorno e mi accorgo di essere scesa dalla barca. Niente mare attorno a me. Purtroppo.

Tuesday, July 26, 2005

Trofeo Zanoletti 22-24 luglio

Gravedona, ridente localita’ a meta’ strada fra Milano e Zurigo, e’ stata luogo di una delle piu’ belle esperienze veliche che io abbia mai vissuto.Trofeo Zanoletti, match race di grado 3 che se questo era un grado 3 non oso immaginare cosa possa essere un grado 2.10 equipaggi invitati e solo 2 equipaggi italiani. Pensate che sono venuti dalla Nuova Zelanda, dal Brasile, dalla Germania, dalla Svizzera, dalla Slovenia, dalla Francia, dalla Polonia. E io da Bellusco.23 voli. Poi semifinali e finali. Purtroppo per le condizioni del vento e per problemi organizzativi non siamo riusciti a disputare tutte le regate necessarie per arrivare a faresemifinali e finali… non che la cosa mi avrebbe riguardata direttamente, pero’ sarebbe stato piu’ bello e giusto arrivare a una classifica finale basata sui punti e non sulla percentuale di vittorie.

Abbiamo vinto contro chi dovevamo vincere e abbiamo perso anche contro chi avremmo potuto vincere. E la cosa mi da’ fastidio. Perche’ arrivare ottave invece che seste da’ molto fastidio. E ti rimane un amaro in bocca che nemmeno un pacchetto intero di big bubble ti fa passare. Pero’ ti rimane la consapevolezza di poterli prendere quelli li’ davanti. E se ci rivediamo in Polonia a fine agosto li prendiamo davvero. E’ solo questione di esperienza. D’altronde questo e’ il nostro terzo match, dobbiamo imparare talmente tante cose… e ogni match race che facciamo impariamo qualcosa di nuovo.Questa volta ho imparato perche’ si deve dare il nastro sullo strozzatore della drizza spi all’albero.Ho imparato che gli umpires a volte vanno aiutati nelle loro decisioni aggiungendo effetti sonori degni di jurassic park.Ho imparato che tentare di stordire il nemico facendogli bere birra spesso ha effetti controproducenti (soprattutto se lui e’ tedesco e tu sei mezza astemia).Ho imparato a strambare con quello stupido tango appoggiato in coperta.Non vedo l’ora che arrivi il prossimo. San Benedetto 20 agosto

Monday, June 13, 2005

un fine settimana senza vela è come un piatto di brodo senza tortellini

Tuesday, May 3, 2005

surfing Ireland


sono in irlanda a trovare matteo. sabato mattina ci svegliamo con i postumi di una serata divertentissima, di quelle un po' selvagge che non passavo dai tempi dell'universita'. un giro per locali, ci imbottiamo di beamish e di murphy's, e poi a fare la lap dance con una biondina che ci prova in maniera sfrontata (ci prova con me, non con matteo!!!)... e poi barcolliamo verso casa... e la mattina dopo ci si sveglia con una bocca impastata e la lingua non sembra fatta di carne ma di moquette....saltiamo in macchina e guidando contromano (contromano per me non per tutti gli altri) andiamo al mare che qui non e' mare ma e' oceano. quell'oceano che un giorno spero di potere attraversare in barca a vela...la giornata e' uggiosa, tipicamente irlandese, ma mi ricorda tanto la milano-laghi in inverno, con una nebbia talmente fitta da potere essere tagliata con un coltello o, come dicono qui, da sembrare una zuppa di piselli. arriviamo a inchydoney, una micro-hyeres irlandese. Colum ci aspetta col suo furgone carico di tavole da surf da onda. fa un freddo polare ma la voglia di buttarsi in acqua e' troppa. ci vestiamo da capo (con anche un elegantissimo copricapo di neoprene) a piedi e mi sento un vero sex symbol con la muta che mi schiaccia le poppe e il culo e mi evidenzia la pancia. vabbe' pure matteo sembra un pinguino, ma non glielo dico che magari si offende e poi mi molla in mezzo a una torbiera.... portiamo le tavole in spiaggia e gia' sono stanca. uff... proprio fuori forma....



l'istruttore ci fa una brevissima spiegazione su quello che andrebbe fatto e ci buttiamo in acqua. bisogna sdraiarsi sulla tavola e trovare il giusto equilibrio, non troppo avanti ne' troppo indietro, aspettare l'onda e cercare di prenderla e surfarla da sdraiati il più possibile. Dopo un primo ribaltone in cui vengo un po' frullata riesco a trovare il giusto equilibrio e inizia la supino-surfata. E' divertentissimo, mi sembra di stare al luna park!!! sembriamo dei bambini che giocano coi cavalloni. Matteo e' bravo e salta sulla tavola e riesce anche a starci in piedi! io no... l'istruttore ci richiama in spiaggia e ci mostra il giusto modo di saltare in piedi sulla tavola. deve essere un unico movimento. una spinta che parte dalle braccia e hop ti ritrovi in piedi, una flessione poderosa che ti tira su. io non riesco manco a farle le flessioni, come posso pensare di ruscire a saltare in piedi sulla tavola? ci provo e ci riprovo e proprio non mi riesce...rientriamo in acqua. provo a prendere un'onda e quando sento di avere il giusto equilibrio provo a saltare su. mi ribalto e mi finiscono nei bronchi quei 2-3 litri di acqua che mi tagliano il fiato per 5 minuti. prova e riprova alla fine non ottengo alcun risultato se non stancarmi ancora di piu'. mentre matteo sfoggia l'abilita' di un kelly slater in erba, io niente. l'istruttore, mosso a pieta', mi incita e mi sprona a usare tutte le mie energie nella giusta direzione. e alla fine con lo stile di un'otaria del circo togni riesco a salire sulla tavola per 2 secondi! le 2 ore della lezione sono finte. sono distrutta ma felice.

Monday, January 24, 2005

Francis il mulo

È stato tutto perfetto. Talmente bello da sembrare un film. Iniziamo.

Scena 1.
Titolo: l’affondamento
Protagonista: il fuoribordo
I ragazzi sono scesi ad Andora venerdì pomeriggio in modo da armare Furia e metterlo in acqua. Efficientissimi, bravissimi, puntualissimi preparano la barca, la portano alla gru, la mettono in acqua. Giorgio sistema il fuoribordo, dimenticandosi un piccolo dettaglio: il cimino di sicurezza. Si preparano per andare all’ormeggio. Alberto mette in moto il motore. Brum brum tuff sput sput gluglugluglu. Ehm... andato.

Scena 2.
Titolo: l’arpionamento
Protagonista: il fuoribordo
Qualcuno sarebbe così cortese da prestarci un arpione, una canna da pesca, un calamitone, qualcosa per recuperare il fuoribordo? Ecco grazie, l’uncinone andra’ bene. Punta la torcia, non lo vedo, dove cavolo è finito? Eccolo là, adagiato sul fondo come il Titanic. Punta meglio la torcia per favore, uncinalo, tira tira tira. Ohhh issa ohhh issa, recuperato. Chissà quanto costa un fuoribordo nuovo...

Scena 3.
Titolo: il rischiato affondamento
Protagonista: fuoribordo2-la vendetta
Sabato mattina portiamo il fuoribordo dal meccanico per farlo riparare. Ci danno un motore sostitutivo. Albert monta il motore. Tutto a posto. Come funzia? Vediamo... la leva delle marce è qui, sembra difettosa, sembra attaccata con lo sputo. Attentoooooo. Tuff gluglugluglu. Andata. Ma Albert è il Mitch Buchannen del lago di Garda, si tuffa con agilità ed evita l’ennesima tragedia.

Scena 4
Titolo: le istruzioni di regata
Protagonista: la boa
Regata del sabato. Usciamo presto per fare qualche bordo. Al timone Albert alla sua prima esperienza con un gennaker. New entry il Tone. Io sempre a prua. Siamo carichi, siamo carichissimi. Ci sentiamo fighissimi. Con questi spray top e il berretto in testa sembriamo come quelli che si aggirano per Campione del Garda alle regate dei 18 piedi australiani. Per darci un tono non chiamiamo le manovre in dialetto come al solito, ma azzardiamo un inglese maccheronico con vari tack, gybe, overtrim, e ci inventiamo pure un improbabile smashboat visto che non sappiamo come si traduce schiaccia barca, ma smashboat suona molto bene. Le condizioni mi ricordano il mio homespot (questa parola ve la butto li’ giusto per tirarmela un po’ e per farvi sapere che ai Caraibi mi sono data al surf): i 5 nodi d’aria mi ricordano tanto Desenzano e le onde incrociate mi ricordano il golfo di Salò con i suoi motoscafoni. Sono carica sono carica dai partiamo. 5 minuti. 1 minuto. Vai Albert, aggressivo, cattivo, così mi piaci, vai vai vai beeeeeeeep beeeeep partenza annullata. Uff, ero cosi’ carica proprio adesso doveva girare il vento? Vabbè rifacciamo. E partiamo male. I mostri sacri della vela mettono una certa soggezione a noi habitué delle regate dell’oratorio. Non fa niente, ricordatevi che anche noi siamo fighissimi: tacktacktacktack-iss sticaz siamo ultimi. Certo che oggi questa barca più che Furia cavallo del West sembra Francis il mulo, chissà come mai. Qualcuno ha regolato le sartie? No. Eravamo troppo impegnati a sentirci fighi per esserlo davvero. Fa niente. Essere vincenti è una questione mentale. Siamo fighi siamo australiani, stramb stramb tira giu’. Wow! Con le condizioni del mio homespot mi riescono persino le ammainate senza fare casino. Inizio a pensare che 0-5 nodi di vento siano l’ideale per il Melges. Tacktacktack-iss-strambstramb ci avviamo all’arrivo. Sempre ultimi. Bhè se non altro siamo costanti. Dov’è la boa da fare prima dell’arrivo? Interviene Gof: "Non c'e' da fare la boa, si deve arrivare tra la barca e la boa, la boa prima non è nel percorso". Ma va? Ma la stanno facendo tutti quella boa li'. Gof rimane fermo nella sua convinzione, da bravo ingegnere preciso preciso prende le istruzioni di regata e declama ad alta voce: P12P12A! E in bacheca non c’erano modifiche al percorso, quindi andiamo alla barca senza passare dal via, come a monopoli. L’equipaggio è perplesso: se non è da fare perchè la stanno facendo tutti quella boa? Andrà fatta. Già arriviamo ultimi, non facciamo la solita figura da alpini e facciamola anche noi. Il timoniere prende in mano la situazione e dice: siamo ultimi, ultimi o dsq non cambia molto, quindi andiamo all’arrivo e vediamo cosa succede. Succede che con questa mossa arriviamo terzultimi che detto cosi’ non suona tanto bene, ma per noi è un successo. La boa non andava fatta, o meglio andava fatta ma si sono dimenticati di segnarla nel percorso. Che fortuna avere un ingegnere in barca.

Scena 5
Titolo: ripetizioni
Protagonisti: gli ultimi della classe
Altro che Francis il mulo, qui i veri somari siamo noi. Occorre rimediare, dobbiamo fare qualcosa. Passiamo il resto del pomeriggio in albergo a guardare i filmati di Buddy Melges. E guardiamo e riguardiamo, e ferma l’immagine, e fai la moviola, e guarda e riguarda, cerco di capire come fanno a manovrare per carpire i loro segreti, ma purtroppo la mia materia cerebrale mi consente la capacità di concentrazione di una triglia e dopo poco la mia attenzione si focalizza sui sandali del tailer di Buddy. L’Oscar Tonoli l’ho visto timonare l’asso con le infradito. Forse quelli bravi li riconosci dalle ciabatte...

Scena 6
Titolo: ancora ripetizioni
Protagonista: il Dodo
Abbiamo la fortuna di dormire nello stesso albergo di Dodo, Albertone e Matteo e capita di incontrarsi. Domenica mattina, mentre Albert stava torchiando il Calde, Giorgio ed io abbiamo accerchiato il Dodo, l’abbiamo stretto contro il bancone della reception e abbiamo iniziato l’interrogatorio: come regoli le alte? E le basse? E come passa il gennaker? Davanti o dietro? Confessa Dodo, confessa! E ha confessato davvero, e ci ha dato un sacco di suggerimenti ed è stato gentilissimo, e poi mi ha anche offerto il caffè!

Scena 7
Titolo: quell’attimo
Protagonisti: noi lagheè
Altra regata altro cambio di equipaggio: esce Tone entra Umberto. Cinque lagheè ed orgogliosi d’esserlo. E oggi regoliamo addirittura l’albero. Si vede che abbiamo studiato eh? Usciamo appena possibile per allenarci un po’. Umberto timona per la prima volta il Melges e vuole provarlo. C’è una bella arietta, il giusto per divertirsi. Proviamo la bulina (oggi torniamo a parlarci in dialetto quindi diciamo bulina) e un po’ di virate, poi proviamo il lasco. E mentre proviamo il gennaker abbiamo uno spettatore eccellente: Ruffo ci sta osservando interessato. Uh che emozione, dai facciamogli vedere di che pasta siamo fatti noi gente di lago, noi marinai d’acqua dolce! Ruffo fa degli strani gesti, cerca di attirare la nostra attenzione verso la testa d’albero. Etteppareva iniziamo bene... ho incasinato la drizza spi e il gennaker è armato a 7/8 e non me ne ero accorta. Vabbe’ ammaina che metto tutto a posto. E voi siate comprensivi: va bene che siamo gardesani, ma mica tutti possono essere dei Luca Valerio e che diamine! Inizia la regata. 5 minuti. 1 minuto. Grande Umberto, mi piaci così cattivo ma non fare ocs ti prego. Partiamo bene. Potrei parlarvi per ore e ore delle nostre scelte tattiche se solo me le ricordassi, ma non me le ricordo quindi non vi tratterrò ancora per molto. Arrivo al sodo. Prima boa bene, nei primi 10. Poi andiamo al largo a cercare un po’ d’aria. E va bene. Va benissimo. Va talmente bene che giriamo la boa quarti e dico Q-U-A-R-T-I. Non per essere pedante ma ho detto un due tre quarti!!! E se Giulia Conti ha bisogno di una prodiera per Pechino, mi tenga in considerazione perchè vorrei ribadire il concetto: QUARTI in boa! Questi sono momenti memorabili, attimi di gloria che rimangono impressi nel cuore, attimi che purtroppo in quanto attimi durano un attimo e alla boa successiva non sei più quarto e ovviamente ti si incasina la manovra e perdi ulteriori posizioni e finirai 14, ma per un momento sei quarto e sei nel posto più bello del mondo, la barca, con le persone più belle del mondo, il tuo equipaggio, e questo attimo dura un attimo ma per quell’attimo sei stato in paradiso.

The End