Arrivo in banchina già sudata, che fa un caldo infernale.
Sento cadermi in testa qualcosa di viscido.
Un passero ha fatto centro… non solo sui capelli ma anche sulla maglietta.
Vado ai bagni del marina, mi tolgo la maglietta e cerco di lavarla. Dalle dimensioni del disastro mi sa che non era un passero ma un condor delle Ande. Con il sapone rosa che esce dal dispenser gia’ che ci sono mi faccio un mezzo shampoo prima che la cacca faccia reazione con la tinta e chissà poi cosa mi ritrovo in testa.
Torno in banchina con in mano la maglietta bagnata, indossando un reggiseno tezenis da 5 euro e i jeans arrotolati a mezza gamba.
La ciccia straborda senza alcun pudore fuori dai jeans.
Salgo sul Kiwi che, dimenticato dagli umani per tutto l’inverno, è stato colonizzato dai ragni.
Tolgo un paio di ragnatele con la faccia.
Puliamo la barca, armiamo randa, lazy bag e genoa avvolgibile, scotte scottine e scottacce.
Fa caldo.
Sudata e sudicia.
Il sole picchia e la mia pelle mozzarella diventa pelle di peperone rosso alla griglia.
Sudata, sudicia, bruciacchiata.
E arriva lei.
Bionda.
Abbronzatissima.
Magrissima.
Con un abitino just cavalli e i sandali con il tacco 12.
Sale sul motoscafo di fianco al Kiwi e si spoglia per prendere il sole nel suo micro-micro-micro-kini.
Lo ammetto: ho pregato che il condor delle Ande passasse sopra a quel motoscafo
Monday, May 18, 2009
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3 comments:
:-)))))))))))))))))))))))
MUOIO!
Ri
Poteva andare peggio!!!
Pensa se sbagliava mira e ti centrava per la seconda volta.
Rischiavamo il suicidio!!!!!
Ciao Fabio.
Una foto, quando serve, mai eh!!
(e non del condor :-) )
BV
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